domenica 14 gennaio 2018

TESTO DI SINTESI
Il ghiacciaio artificiale è una sorta di “cono di ghiaccio nel deserto”. Il riscaldamento globale, sviluppatosi nel corso del XX secolo e tutt’ora in corso, ha diretto l’attenzione dei media verso i progetti che tentano di contrastare questo fenomeno. L’ingegnere originario della regione indiana del Ladakh, Sonam Wangchuck, inventore dell’ice stupa, sta dedicando la sua vita a combattere la crisi idrica che incombe nelle zone desertiche dell’Himalaya indiano. Per far fronte al precoce scioglimento dei ghiacciai naturali, che costituiscono una riserva idrica indispensabile per le coltivazioni dei villaggi, l’idea di Wangchuck fu quella di realizzare ghiacciai artificiali raccogliendo l’acqua inutilizzata in inverno, a bassa quota, e formando, grazie ad un sistema di tubazioni, dei veri e propri coni di ghiaccio che possono resistere senza sciogliersi fino alla stagione primaverile, permettendo l’irrigazione dei campi. Molti video in rete, fra i quali il documentario “The Monk, The Engineer and The ArtificialGlacier”, mostrano il processo realizzativo di un ice stupa, che non necessita di pompe ma sfrutta la sola forza di gravità; nonostante il principio di costruzione sia semplice, la loro realizzazione richiede notevoli calcoli ingegneristici e materiali all’avanguardia. Grazie ai fondi del Premio Rolex 2016, l’ingegnere ladakhi intende realizzare in questi anni fino a 20 stupa di ghiaccio, ognuno dell’altezza di 30 metri, avviando un programma di rimboschimento nel deserto. Il progetto di Wangchuk si ispira al lavoro sperimentale di Chewang Norphel, un collega ingegnere ladakhi, che aveva creato dei ghiacciai artificiali di forma piatta. Già nel 1937 fu registrato un brevetto di “ghiacciaio artificiale” dall’inventore statunitense William Waterfall. Oggi molti ricercatori di tutto il mondo dedicano il proprio lavoro alla comprensione del global warming, escogitando nuove idee per limitarne i danni.

Concludo questo blog con una citazione di James Hansen, astrofisico e climatologo statunitense: “Immaginate un gigantesco asteroide in rotta di collisione diretta con la Terra. Questo è l’equivalente di quello che ci troviamo di fronte oggi – il cambiamento climatico – , eppure noi oggi siamo ancora indecisi nell’agire.”

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